Nepi, la città delle acque

Veduta di NepiNepi dista circa 40 km di distanza da Viterbo ed il suo nome deriva dal termine etrusco “Nepa”, ossia acqua. Quindi Nepi, città delle acque, tanto da portarne i segni di questo ancestrale legame nel nome stesso. La leggenda della sua fondazione narra di un serpente acquatico, venerato da questi antichi popoli come divinità, il quale una volta uscì allo scoperto mentre il mitico fondatore Termo Larte era intento a tracciare il solco del pomerio del nuovo insediamento. Tutto ciò venne poi interpretato come simbolo di buon auspicio e la città venne consacrata alla divinità che aveva voluto manifestarsi proprio durante il sacro atto della fondazione.

Nepi ha avuto affinità col cosiddetto “Grand Tour”, ossia quel periodo storico (XIX secolo) che ha visto numerosi viaggiatori stranieri recarsi nel nostro Paese per poterlo visitare accuratamente. Alcuni nomi prestigiosi che hanno visitato il territorio della Tuscia: William Turner, pittore inglese, Camille Corot, pittore francese ed il politico e patriota italiano, Massimo D’Azeglio. Costui così descrive Nepi:
Una delle più belle e pittoresche parti della campagna romana è quella che incomincia a Nepi, e si stende fino al Tevere per larghezza; per lunghezza giunge sino ad Otricoli ed anco fino a Narni…. Non ho mai veduto un più ricco tesoro di bellezze naturali per lo studio di paese.
Nepi la si associa alla sua acqua e per il motto della stessa: “Nepe civitas, nobilis atque potens, in cuius fertilissimis agris balnea scaturiunt salutifera” (“La città di Nepi, nobile e potente, nei cui campi fertilissimi sgorgano acque salutifere”).
Da visitare senz’altro la chiesa di Santa Maria Assunta, che è il duomo di Nepi il quale, secondo un’antica tradizione, sorgerebbe nel luogo un tempo occupato dal tempio pagano edificato in onore di Giove.
Numerosi gli eventi, tra i quali la processione con la statua di Sant’Antonio Abate, che culmina con la benedizione del tradizionale “Focarone”, un’enorme pira di legno che arde tutto il giorno. Poi vi è il Palio del Saracino, le feste patronali (24 e 25 agosto) e la sagra del salame cotto e dei prodotti tipici della Tuscia.

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