L’originale del 1996 guida del campeggiatore inesperto

 

 

La guida ai campeggi


E’ una spacie di guida Michelin dei campeggi, dice tantissime cose: categoria, numero bagni, prezzi, tipo di terreno e via dicendo. Non per pubblicità, ma perchè veramente merita, voglio segnalare quella del Touring Club italiano: i campeggi raccomandati, quelli scritti in verde, sono veramente Campeggi (in alcuni non si paga l’acqua calda, c’è la piscina gratis e altro).

 

La tenda


Deve essere scelta in base al tipo di campeggio che si vuole praticare anche se, poi, dote principe del campeggiatore è il sapersi adattare. Quelle “estive” si distinguono dalle altre perchè sono più leggere ed evitano l’ “effetto forno” (nessuna, però è in grado di evitarlo completamente), ma nei campeggi sul mare è praticamente impossibile non stare all’ombra (altrimenti ci si scioglie e proprio per questo i campeggi sono quasi tutti completamente ombreggiati). Quelle d’alta montagna (oltre i 2500 m e da neve, sì, da neve…!) sono da riservarsi ai super esperti, perchè servono in condizioni talmente estreme (e solo in quelle) che è meglio lasciar perdere per il momento. Ci sono poi quelle che sono una via di mezzo, servono un po’ a tutti i climi, magari “sigillandole” quando fa molto freddo o spalancando ogni più piccolo foro se fa troppo caldo. Noi abbiamo comprato una di queste e, almeno per ora, non ci ha deluso.
Canadese o altro? Dipende dai gusti. Mi dicono che la canadese è più abitabile, cioè ci si può stare quasi in piedi (utilissimo per cambiarsi o in caso di pioggia), ma è un po’ più difficile da rendere solida e stabile, in poche parole, da montare bene. L’igloo è più compatta, resiste di più al vento, si monta in dieci minuti (persino per un’imbranato come il sottoscritto!), e questo non è poco specialmente se piove e tira vento come, per la sfiga del principiante, di solito accade. Altro vantaggio è che quest’ultima ha una struttura autoportante in vetroresina che le permette di stare in piedi senza picchetti; può capitare, infatti, che il terreno sia troppo duro per piantarli e allora se ne fa a meno avendo, però, l’accortezza di zavorrare la tenda perchè non venga portata via dal vento. Ci sono poi altri tipi di tende: quelle autogonfianti, quelle ad ombrello, quelle militari, quelle da circo (non scherzo)… Sono tutte, però, meno pratiche, più costose e spesso più deboli.
Di qualsiasi tipo la scegliate, consiglio di provare a montarla a casa o in qualche villa almeno due volte, in modo da sapere tutti bene cosa va fatto: non è bello dopo un viaggio di nove ore scoprire che manca qualcosa o peggio dover leggere il libretto d’istruzioni se si ha la fortuna di averlo (non il mio caso purtroppo).
Un’ultima considerazione sulle dimensioni: meglio non esagerare! In tutti i sensi! Se, infatti una tenda troppo grande diventa pesante (se fate del trekking i grammi contano) e scomoda da montare, una troppo piccola si trasforma in una vera tortura. Il mio consiglio è di sceglierne una più grande di circa il 30% rispetto alla reale necessità, cioè se si è in due, prendere una tenda a tre posti, se in cinque, da sette e così via. In modo da avere un posto comodo dove tenere a portata di mano i bagagli più importanti (maglioni, coperte, lampadine tascabili) senza aver bisogno di uscire ed andare in macchina a prenderli, anche perchè in alcuni campeggi l’auto non si può parcheggiare vicino alla tenda. Un altro motivo è che di notte, se fa freddo, sulla parte interna del telo impermeabile si condensa umidità in quantità sufficiente a bagnare i capelli o il sacco a pelo: occorre quindi non stare proprio attaccati al telo esterno.
Per quanto riguarda i picchetti, nella tenda ce ne sono a sufficienza e di solito sono i cosiddetti “spilloni”: vanno bene per qualsiasi fondo del campeggio, tranne che nei rari casi di terreno sabbioso o ricco di sassi (dove servono due diversi tipi di picchetti, ma, ripeto sono casi rari).
Un’ultima cosa penso sia importante specie se si è in coppia e lontano da casa: è meglio che tutti gli occupanti della tenda siano intercambiabili tra di loro, cioè che ognuno sappia fare ogni cosa “importante”, dal montare rapidamente la tenda al preparare da mangiare. Può sembrare eccessivo per chi va in campeggio, ma io penso che così è più facile scambiarsi le incombenze più noiose ed è un buon allenamento se intendiamo in futuro andare al Camel Trophy.

 

I sacchi a pelo


Se si va al mare penso che non servano, basteranno delle coperte leggerissime, ma io, ripeto, non ho esperienza in questo campo. Se si va in collina o più su, un sacco mediamente caldo non guasta. Anche qui, se si esagera in un senso o in un’altro ci si congela o si fa la sauna ogni notte, con lo spiacevole effetto di dare l’impressione agli altri (leggi ragazze) di non saper sopportare una notte “diversa”. A me hanno rifilato un sacco a pelo +20 modello coperta, sintetico, per circa 80000 Lire (è di marca). I modelli coperta sono rettangolari, avvolgono meno il corpo, ma sono altrettanto caldi e, soprattutto, sono ben accoppiabili con altri sacchi a pelo…( cioè si possono unire ad un altro a formare un unico sacco matrimoniale, meno caldo, meno avvolgente, ma…chissenefrega!). In alernativa ci sono i modelli “mummia”, molto più avvolgenti, meno facili da accoppiare perchè sono più larghi alle spalle e si restringono via via scendendo verso i piedi: li consiglio a chi non ha problemi di linea o adora l’ “effetto guanto”. La cifra +20 o +40 non so ancora cosa significa, ma con una felpa pesante ho dormito caldo anche quando in tenda si registravano solo +4 °C! La scelta del sintetico è stata imposta dal fatto che in montagna spesso d’estate piove ed il sacco sintetico isola di più dall’umidità e, se bagnato, asciuga prima.
Dormire nel sacco non è difficile, tranne nel caso in cui ci si agiti nel sonno come il sottoscritto: le prime mattine ci si ritrova annodati così bene da essere del tutto immobilizzati (per evitare questo ogni volta che ci giriamo da un fianco basta ruotare il sacco insieme a noi e NON ruotare noi dentro il sacco).

 

I materassini


Se si è dei fachiri indiani evitare questo paragrafo. Per le persone meno ascetiche, ma lo stesso molto addentro alla sopportazione del dolore, consiglio materassini di espanso: hanno il pregio di essere leggerissimi e di ricordare ogni notte al campeggiatore il sorriso velato del venditore nel rifilarglieli. Per gli altri ci sono i materassini gonfiabili, per tutte le tasche (ma consiglio di non risparmiare molto, i più cari vengono 35000 Lire), che oltre al confort hanno una puzza ignobile eliminabile solo dopo ripetuti ammolli in acqua. Qualche edonista non si accontenta del materassino e si porta anche qualche cuscino da auto. Anche qui i gusti sono determinanti nelle scelte…

 

Sedie e tavolini


Possono essere quelli del pic-nic dei nostri nonni oppure basta spenderci poche lire. Ad esempio per le sedie vanno benissimo quelle in dotazione all’universitario medio che voglia stare a sedere a lezione senza alzarsi insieme ai panettieri.

 

Fornelletti e compagnia


Raffaella e la tenda a colazioneServono: un fornelletto a gas da campeggio (anche uno piccolo in un quarto d’ora scalda un pentolone d’acqua da 4°C a 100 °C), un paravento piccolo (noi non lo abbiamo, ma abbiamo invidiato molto la serenità di chi non era costretto a riaccendere la fiamma trenta volte al secondo), una lampada a gas (utile in caso di veglie al chiaro di luna quando è luna nuova o per cori attorno ad una chitarra visto che spesso è proibito accendere fuochi con la legna), un set di normali posate (diffidate dai coltellini multiuso: per mangiare in campeggio sono solo ridicoli), almeno due contenitori ermetici di plastica (dove riporre ciò che sarebbe facile preda di formiche), tinozza (dove lavare i piatti), piatti di carta ed altre cose che possono dipendere dalle vostre abitudini a tavola. E’ meglio, inoltre, dotarsi di due bottiglioni di plastica da riempire d’acqua e lasciare al sole vicino alla tenda: serviranno da scalda-acqua solari permettendo un notevole risparmio di tempo e gas nella cottura della pasta.

 

Bagno e doccia


Indispensabili dei borselli da bagno. Anche se non scandaloso non è certo molto elegante andare in giro con il rotolo della carta igienica rischiando che i bambini (onnipresenti nei campeggi) inizino a dire a squaciagola:”DOVE VAIIIII? E PEEECCHE’ TI PORTI QUELLO?”.
Servono poi accappatoi e asciugamani, dimenticate in questo caso le abitudini di casa: l’accappatoio è una necessità specialmente se la doccia dà direttamente all’aperto proprio davanti ai lavatoi dove schiere di uomini, donne e bambini stanno festosamente lavando i piatti.

 

Varie


Per varie intendo un minimo di attrezzi come pinze, cacciaviti, coltellacci, spago (utile per stendere i panni), martello (per i picchetti e per i campeggiatori rumorosi), nastro tipo american tape (è una manna se si strappa la tenda e se i vicini sono troppo loquaci), bombolette per il gas, 2 teloni di incerata (uno per stare fuori della tenda in caso di pioggia, l’altro da mettere sotto la tenda per proteggerla dai sassi aguzzi e dall’umidità stagnante). Non guasta nemmeno una scatola con le medicine più comuni e con cerotti, tanti cerotti…!

 

Macchina

Beh se non l’avessi scritto mi avrebbe rimorso la coscienza.(In caso di qualsiasi emergenza è sempre il luogo più caldo e sicuro dove andare, un po’ come la cabina della Sip, ohps Telecom).

Lascia un commento