La pastiera napoletana, tra miti ed aneddoti

Pastiera slice_-_ready_to_eatQuando si pensa alla Pasqua e la si mette in relazione a Napoli, il pensiero va immediatamente alla celebre pastiera, un dolce tipico di quel preciso periodo dell’anno.

La leggenda narra che a crearla sia stata un personaggio della mitologia, ovvero la sirena Partenope e, quindi, ci sarebbe legame con le offerte votive del periodo primaverile. Il tutto sembrerebbe legato anche al culto di Cerere, una divinità materna della terra e della fertilità, le cui sacerdotesse devote portavano in processione l’uovo, che da sempre è simbolo della rinascita. Ma cos’è la pastiera? Ed i suoi tipici ingredienti? Si tratta di una torta di pasta frolla farcita con un impasto formato da ricotta, zucchero, uova, grano, cannella e canditi. L’interno è color giallo oro, tuttavia vi sono diverse variazioni, che ne alterano soprattutto l’odore. C’è chi adopera, ad esempio, altri aromi al posto della cannella, o chi ci mette della crema o del cioccolato bianco. A Napoli c’è da dire che la pastiera viene preparata, come vuole l’antica tradizione, il giovedì o il venerdì santo.
Vi sono molti aneddoti, alcuni veramente stravaganti che ruotano attorno a questo dolce. Ad esempio si racconta che Maria Teresa Isabella d’Asburgo-Teschen, arciduchessa austriaca e regina delle Due Sicilie, chiamata pure “la Regina che non sorride mai”, cedendo alle insistenze del marito Ferdinando II di Borbone, accondiscese ad assaggiare una fetta di pastiera ed iniziò, quasi per magia, a sorridere…

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