Un tripudio di oro e di colore: la Cappella Palatina di Palermo

cappellapalatina_1.jpgL’Italia è piena di tesori che sono disseminati nei posti più svariati nel nostro paese. Da Nord a Sud, sono numerosissimi e non basterebbe un’intera vita per visitarli.
Una delle isole più belle del Mediterraneo è la Sicilia, che recentemente è tornata alla ribalta per fatti sia di vanto e sia purtroppo tragici. Dall’uscita di Baarìa di Giuseppe Tornatore, che concorrerà agli Oscar (ambientata in Sicilia), ai fatti drammatici di Messina, che “regalano” purtroppo una immagine dell’Italia di cui non se ne va fieri. Ma la Sicilia non è solo questo, la Sicilia è una terra fiera, animata da un popolo pieno di orgoglio e dignità. E’ una terra da scoprire con città di una bellezza straordinaria, che hanno al loro interno dei capolavori artistici di un valore inestimabile. Tra questi spicca sicuramente la Cappella Palatina di Palermo, che può essere definita uno scrigno contenente un tesoro unico: il tessuto musivo che la decora. 

La cappella Palatina sorge all’interno del Palazzo Reale di Palermo, conosciuto anche come Palazzo dei Normanni e fu voluta da Re Ruggiero II nel 1132. Il suo nome Palatina deriva dall’uso reale a cui era destinata. 
Dedicata ai Santi Pietro e Paolo, fu consacrata il 28 aprile 1140. Il suo schema è di tipo basilicale a tre navate, scandite da archi ogivali poggianti su colonne di spoglio di granito e marmo cipollino con capitelli compositi. E’ sormontata da una cupola che, originariamente era visibile dall’esterno, ma che ora è stata inglobata al palazzo.

La cappella è nota soprattutto, per il tappeto musivo che riveste la parte superiore della cupola, del transetto e delle absidi. Il suo interno è un ideale equilibrio tra diverse influenze culturali che vanno dal mondo bizantino a quello islamico.
Il programma iconografico fu ispirato da Ruggero II, e  spaziano da temi sacri a temi cortigiani di matrice islamica.

Al centro della cupola l’immagine dominante è quella del Cristo Pantocrator, nelle parte della navata centrale sono raffigurati episodi tratti dall’antico Testamento, mentre nelle navate laterali vi sono gli episodi tratti dagli Atti degli Apostoli narranti la vita dei Santi Pietro e Paolo.

cappellapalatina_2.jpgLa cappella è coperta da un soffitto ligneo a lacunari, con travi intagliate e dipinte in stile arabo. Sono presenti, inoltre, dei dipinti, risalenti al quarto decennio del XII secolo, raffiguranti i piaceri della vita di corte che sono il più vasto ciclo pittorico islamico pervenutoci.

Il pavimento è a mosaico di pietre dure, disposte in svariati intrecci e disegni. Le pareti sono, invece, sino ad una certa altezza, rivestite con riquadri a mosaico.

Lungo il fianco esterno tra i due corpi più sporgenti è presente un vestibolo, un loggiato a sei colonne. La sua parte interna è rivestita di lastre di marmo con fasce musive a disegno geometrico. Nella parte superiore, sono presenti dei tondi con raffigurati i busti degli Apostoli e Santi e cinque pannelli a mosaico del XVIII secolo. Questi ultimi sono opera  di Santi Cardini di Arezzo e Pietro Casamassima, e furono realizzati sono Ferdinando di Borbone. Narrano le vicende di Assalone, il figlio ribelle di Davide.
La Cappella Palatina oltre a essere essa stessa un tesoro, ne custodisce uno, sistemato in mostra permanente nella Cripta. Qui è vi vasellame di argento sbalzato, paramenti sacri, oggetti liturgici, ed altri oggetti tra cui spicca un Tabulario con pergamene dal XI al XVIII secolo.

Questo è solo uno dei gioielli che la Sicilia ha da regalare, se siete curiosi di conoscerne altri, continuate a seguirci.

 

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