Buona parte del patrimonio storico artistico aquilano è stato gravemente danneggiato dal terremoto avvenuto nell’aprile 2009.
Tra i monumenti simbolo di questa città ad aver subito dei danni ingenti è stata la basilica di Santa Maria di Collemaggio.
Un edificio antichissimo venerato dagli aquilani, per la sua storia unica ed avvincente.
La Basilica di Santa Maria di Collemaggio contiene la prima Porta Santa del mondo ed è stata sede di un giubileo che è rimasto nella storia, non solo, le sue vicende costruttive si sono susseguite sino ai giorni nostri. Questo per le diverse calamità naturali che hanno colpito nei secoli questa zona. La basilica è oggi – nonostante i gravi danni- è una sintesi tra l’architettura romanica, gotica e barocca.
L’edificio fu fondato per volere di Pietro da Morrone, nel 1287, che in seguito venne incoronato pontefice con il nome di Celestino V nel 1294
Pietro da Morrone era un eremita che nel 1275, trovò rifugio in quest’area dopo aver incontrato in sogno la Vergine. In onore di questo miracoloso avvenimento, l’eremita promise di costruire qui, una maestosa basilica. Nel 1288 la chiesa di Santa Maria di Collemaggio fu consacrata.
Questa era un periodo pieno di fermenti per la successione al trono pontificio. Le famiglie nobiliari romane stavano lottando per candidare un loro membro. Questo portò, alla scelta di eleggere un pontefice neutrale a queste lotte nobiliari. Fu chiamato Pietro da Morrone, che in un primo momento rifiutò l’incarico, accettandolo in un secondo momento.
L’incoronazione avvenne, nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio nel 1294.
Dopo solo quattro mesi di incarico, Celestino V, rinunciò alla carica, passando alla storia, come il primo papa a rifiutare il trono pontificio, non senza conseguenze. Pietro da Marrone desiderava solo, tornare a fare l’eremita, in quei pochi mesi, si era reso conto che le turbolente lotte ed interessi del papato non facevano per lui. Nel tentativo di lasciare l’Italia fu catturato ed imprigionato nella rocca di Fumone in Ciociaria, dove nel 1296 morì.
Le sue spoglie furono traslate nel 1327, nella basilica aquilana.
Nel 1703 l’Abruzzo fu colpito da un rovinoso terremoto, che causò più di 3000 vittime. La basilica di Santa Maria di Collemaggio fu gravemente danneggiata. Si salvò miracolosamente il mausoleo con le reliquie di Celestino V.
La chiesa fu quindi ricostruita secondo lo stile dell’epoca.
La facciata è ricoperta da masselli bicromi, bianchi e rossi che vanno a decorarla con motivi geometrici. Tre aperture dividono la fronte, a cui corrispondono in altezza tre rosoni La centrale è quella più ampia. decorata con archi a tutto sesto concentrici, con due ordini di nicchie per lato, contenenti statue di impronta gotica.
Il portone è del 1688 e a destra vi è una torre campanaria del 1880.
A sinistra della facciata, nel lato settentrionale si apre la Porta Santa. Questa è la prima della storia, fatta costruire da Celestino V. Il papa emanò una Bolla della Perdonanza, che consisteva nel indulgenza plenaria a chiunque varcasse l’ingresso nella basilica nell’arco di tempo compreso tra il 28 e 29 agosto.
Tutt’oggi questo rito si ripete ogni anno con grandi festeggiamenti e manifestazioni culturali.
Internamente la basilica è a tre navate suddivisa da pilastri a base ottagonale, su cui poggiano arcate ogivali. Durante il Novecento sono stati condotti dei lavori di restauro in stile. Questi caratteristici di una filosofia di pensiero “purista“, consistevano in un rifiuto dell’arte barocca e nell’eliminazione dei sfarzosi elementi decorativi. Molte chiese di origine medioevali, “tornarono” come erano un tempo, tra cui anche questa. Caratteristico è il pavimento a motivi geometrici, molto simili a quelli presenti in facciata. Secondo alcuni studiosi vi è un collegamento con i templari, con messaggi di tipo alchemico, che sono visibili, solo durante il solstizio d’inverno, quando la luce filtra dai tre rosoni della facciata.
Il terremoto del 2009 ha ferito duramente anche questo edificio. La volta della basilica è crollata nel punto dove vi era il mausoleo di Celestino V. Anche questa volta le spoglie sono miracolosamente integre. Colpite anche le absidi e gli altare maggiore e laterale.
Speriamo che tra qualche anno, anche questa basilica, possa tornare al suo vecchio splendore, perché fa parte dell’identità culturale aquilana.