L’Abbazia di Farfa

farfa_1.jpgMete turistiche per eccellenza, luoghi di meditazione e di riflessione, le abbazie sono sempre molto frequentate e suggestive da visitare. Il nostro paese è caratterizzato da moltissime di esse che sono mete privilegiate di pellegrini che si recano in questi siti sacri per poter ammirare un capitolo importante della nostra storia religiosa.
Il Lazio in particolar modo
, visti i suoi rapporti con lo stato pontificio, ha diverse abbazie, tutte bellissime, suggestive e cariche di storia. Tra queste spicca l’Abbazia di Farfa.
Questa è uno dei monumenti più importanti del Medioevo europeo. La sua origine è tutt’ora incerta. Sembra, grazie ad una serie di campagne archeologiche, che al di sotto dell’attuale Badia vi fosse un complesso di epoca romana. La prima fondazione fu realizzata nei pressi di un tempio pagano dedicato alla dea Vacuna e di una villa romana. Nel VI secolo grazie al Vescovo Siro era già un importante centro di fede e di ricchezza. In seguito fu distrutta dai longobardi. Dopo questo avvenimento esiste una leggenda, secondo la quale, Tommaso di Moriana, proveniente da Gerusalemme, ebbe in visione la Madonna, che lo esortò a cercare in Sabina i resti di una basilica dedicata a lei. Fu allora che riedificò l’antica struttura del vescovo Siro. Fu per l’abbazia un momento di grande crescita con la costruzione di nuovi fabbricati e di accrescimento economico con la presenza di nuove piantagioni di olivi e la bonifica delle terre circostanti.

Pian piano l’Abbazia di Farfa divenne sempre più ricca riuscendo ad ottenere privilegi ed esenzioni da imperatori e papi.
Nell’VIII secolo il monastero era sotto la protezione del Duca di Spoleto Faroaldo II.
L’Abbazia di Farfa era fuori dal controllo pontificio, ma vicinissima – ovviamente – alla Santa Sede. In realtà l’abate a capo di questa struttura religiosa era un legatario imperiale di rappresentanza degli interessi imperiali presso la Santa Sede nel Lazio. Il periodo di maggior splendore dal punto di vista architettonico fu quando salì al potere Carlo Magno.Il celebre imperatore, all’indomani della sua incoronazione in Campidoglio, si recò all’Abbazia di Farfa. In questo periodo, l’abbazia fu sottoposta ad un importante ampliamento. Alla chiesa principale, dedicata alla Vergine, venne aggiunta una seconda abside, con un ciborio, e fu affiancata da due torri. Le testimonianze del periodo carolingio sono in parte ancora visibili. Come ad esempio nel campanile e nel muro perimetrale dove vi sono ancora perfettamente conservate le lesene. Caratteristico dell’architettura carolingia sono le tracce del westwerk. Era un corpo di fabbrica che precedeva l’ingresso degli edifici religiosi di solito di struttura turriforme. Sempre del periodo carolingio sono alcuni oggetti di grande valore custoditi nel tesoro abbaziale come un cofanetto d’oro decorato con gemme, una croce d’oro con pietre preziose, due croci d’oro con reliquie della Coce, e altre splendide testimonianze dell’oreficeria carolingia.
In seguito, con la penetrazione dei Saraceni, vi fu per l’Abbazia in periodo molto duro. Dopo sette anni di resistenza l’Abate Pietro I fu obbligato ad abbandonarla che fu invasa e incendiata. Scampata la minaccia nel 913 il capitolo fece ritorno a Farfa con Ratfredo che completò la chiesa, senza però successo. Di fatto l’abbazia cadde sotto il potere delle famiglie romane (Crescenzi – Ottaviani e Stefaniani) che si insediarono nei suoi territori . L’ultimo tentativo di risalita si deve ad opera dell’abate Ugo I (997/1038) in epoca ottoniana. In questo periodo riprende il carattere di Abbazia imperiale. Il declino però è di nuovo alle porte quanto nel 1122 con il Concordato di Worms vi fu il passaggio del monastero all’autorità pontificia.
Approdiamo al Rinascimento al XV secolo diventò Abate Carbone Tomacelli. Da ora in poi, nonostante non tornò mai al vecchio splendore, con le famiglie nobili il monastero ebbe dei miglioramenti alle strutture. Gli Orsini costruirono la chiesa attuale che venne consacrata nel 1496, con i Barberini fu ampliato il borgo. Dal 1921 appartiene alla comunità benedettina di San Paolo Fuori le Mura.
Dopo questa storia avvincente non vi rimane che fare una gita a Farfa per vedere dal vivo questo sito affascinante. Per avere un panoramica migliore della storia qui sommariamente raccontata vi consiglio di fare una visita con una la guida specializzata del sito che renderà la visita ancora più suggestiva.

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