Terminiamo il nostro breve viaggio alla scoperta delle bellezze di Napoli con uno degli edifici più noti, della città campana, il Castel Nuovo, chiamato anche Maschio Angioino.
E’ un edificio molto antico nato per volere di una dinastia che in Italia ha lasciato numerose testimonianze storico artistiche: gli Angiò
Era il 1266 quando Carlo I d’Angiò, una volta sconfitti gli Svevi, salì al trono del Regno di Napoli e Sicilia, trasferendo la capitale a Napoli. Con gli Angioni nella capitale partonopea, dopo Castel Capuano e Castel dell’Ovo, si aggiunse Castel Nuovo, che fu concepito oltre che come fortificazione, soprattutto come residenza reale.
I lavori furono affidati a Pierre de Chaule e cominciarono nel 1279, terminando solo tre anni dopo.
In realtà il castello non fu utilizzato come sede reale, sino al 1285 anno della morte di Carlo I.
Il suo successore Carlo II lo Zoppo, fu il primo a trasferirsi nella nuova residenza di corte, ampliandola e abbellendola.
Con questo Re i rapporti con la Santa Sede furono di “amore e odio”. È nella sala maggiore di Castel Nuovo che il 13 dicembre 1294 papa Celestino V, abdicò. Questo fu un evento storico decisivo, in quanto fu il primo papa a rifiutare il trono papale. Questo creò non pochi problemi nello Stato Pontificio, che si trovò a dover nominare un nuovo papa in fretta, Bonifacio VIII. Questo avvenne sempre nella sala di Castel Nuovo il 24 dicembre.
È con il regno di Roberto il Saggio nel 1309 che il castello divenne un centro di cultura. Mecenate e appassionato di arte e letteratura, qui ospitò personaggi come Francesco Petrarca, Giovanni Boccaccio. Chiamò i migliori artisti dell’epoca per affrescare le pareti del castello come Pietro Cavallini, Montano d’Arezzo e Giotto che fu chiamato nel 1332 per la cappella Palatina.
Facciamo un balzo in avanti nel tempo, quando al trono vi fu l’ultima sovrana angioina Giovanna II, sotto il suo regno si narrano leggende alquanto misteriose e cupe all’interno del castello.
Sembra che nel castello ospitasse amanti di ogni genere ed estrazione sociale. Per non far scoprire questo suo “vizio” non esitava a disfarsi di loro dopo aver soddisfatto le sue voglie. Da qui è nata la leggenda che i suoi amanti fossero messi in una botola segreta, gettati nel pozzo e divorati dai mostri marini.
L’aspetto attuale del castello si deve però alla dinastia Aragonese. Nel 1443 Alfonso d’Aragona, dopo aver ottenuto il trono di Napoli, stabilì nel castello una grande corte, in grado di competere in quegli anni con quella di Lorenzo il Magnifico a Firenze.
In quell’occasione il castello fu sottoposto a lavori smantellamento e ricostruito nelle forme attuali.
Il progetto fu affidato ad un architetto catalano Guillem Sagrera, che lo disegnò in stile gotico-catalano. Il ruolo difensivo del castello fu mantenuto con l’erezione di cinque torri rotonde, di cui quattro inglobanti quelle angioine.
Molti sovrani utilizzavano il mezzo artistico e il loro mecenatismo per mostrare esteriormente la potenza del loro regno. Qui venne sottolineato, con l’inserimento in corrispondenza dell’ingresso dell’arco trionfale. Questo fu realizzato da Francesco Laurana e da altri artisti di diversa provenienza. ed è un vero e proprio capolavoro del Rinascimento napoletano.
Dopo anni di turbolenze e lotte approdiamo al periodo borbonico, quando il castello fu nuovamente sistemato da Carlo di Borbone, che salì al trono di Napoli nel 1734. In quest’occasione il castello perdette il ruolo di residenza reale, preferito ai palazzi e regge nei dintorni, come il Palazzo Reale, la reggia di Capodimonte, la villa reale di Portici, e la magnifica reggia di Caserta. Da allora il castello è simbolo della storia e grandezza di Napoli.
Negli anni venti del secolo scorso, il Comune ha svolto dei lavori di isolamento del castello dalle altre costruzioni, sancendone definitivamente il valore storico e monumentale della fortezza, con il recupero della piazza antistante. Attualmente il castello ospita il Museo Civico di Castel Nuovo.